ERSE Ecological Research and Services for the Environment è una società cooperativa toscana tra professionisti dell’ambiente, specializzati nelle varie discipline della biologia ambientale e delle scienze naturali.
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Progetto di conservazione del biotopo di Cava Borella

per il mantenimento della popolazione locale di tritone alpestre apuano, Vagli Sotto (LU).

LUOGO

Vagli Sotto (LU)

TIPOLOGIA

Monitoraggi faunistici

COMMITTENTE

Faeto Escavazione s.r.l.

Il progetto di conservazione del biotopo di Cava Borella (Vagli Sotto – LU) è un progetto finalizzato al mantenimento della popolazione locale di tritone alpestre apuano Ichthyosaura alpestris (Laurenti, 1768), tramite censimento della popolazione, analisi dell’habitat di specie e definizione delle misure di conservazione.
Il biotopo individuato nel laghetto di cava formatosi al piede della parete dell’ex-teatro, e successivamente lasciato libero di espandersi lungo il piazzale antistante lo stesso, ospita una popolazione apparentemente stabile di tritone alpestre. Tale area è stata oggetto in passato di abusi paesaggistici, pertanto non è più oggetto di interventi di coltivazione quanto piuttosto di opere di riqualificazione che escludono ogni forma di attività estrattiva (cfr. elab. Progetto di coltivazione della cava Borella settore ovest – interventi di ripristino, marzo 2023); nell’ambito di tali opere è previsto il monitoraggio del biotopo e la caratterizzazione delle popolazioni di anfibi ivi residenti, con particolare attenzione per la specie Ichthyosaura alpestris (tritone alpestre).

Questa specie è classificata come “quasi minacciata” secondo il Comitato Italiano della IUCN. I trend di conservazione risultano negativi, sebbene ancora al di sotto dei criteri minimi per l’assegnazione della categoria “vulnerabile”. In particolare le popolazioni della Toscana e del Piemonte sono considerate in sensibile declino. Le principali minacce sono rappresentate dalla perdita di habitat, in particolare dalla scomparsa dei microambienti di acqua dolce tipici delle zone agrosilvopastorali come fontanili, pozze e abbeveratoi; dalle alterazioni antropiche dei siti riproduttivi ancora esistenti (scarichi, abbandono di rifiuti, gestione impattante della vegetazione riparia, alterazioni del regime idrologico, ecc.); dall’introduzione di specie ittiche per scopi alieutici o ornamentali; dalla diffusione di specie aliene invasive (es. gambero della Lousiana nelle zone di bassa collina); e dalla diffusione di microrganismi patogeni (Batrachochytrium salamandrivorans).

Durante le operazioni di campionamento finalizzate a caratterizzare tale popolazione, gli individui appartenenti alla specie sono stati momentaneamente prelevati dall’habitat e stabulati in vasche in PET per ittiofauna, sessati, misurati ed eventualmente pesati e fotografati; sono state ugualmente annotate le caratteristiche salienti di ciascun individuo (es. presenza di habitus pedomorfico, melanismo, ecc.). Durante ciascuna giornata di rilievo la popolazione campionata è stata trattenuta per il tempo strettamente necessario alle analisi, quindi reimmessa all’interno del biotopo. Durante le procedure di misurazione si è avuto cura di minimizzare lo stress per gli animali evitandone il più possibile la manipolazione diretta. Tutti gli strumenti e i dispositivi utilizzati dal personale rilevatore (guanti, stivali, retini, vasche per stabulazione temporanea, misuratore, eccetera) sono stati preventivamente sterilizzati, ciò al fine di evitare l’introduzione di patogeni fungini all’interno del biotopo.

Nel complesso l’analisi ha descritto una popolazione in stato di conservazione soddisfacente, con un rapporto fra i sessi e un tasso di reclutamento paragonabili all’atteso per situazioni di questo tipo e apparentemente non affetta da pressioni. Il biotopo si mostra adeguato al mantenimento di un numero relativamente alto di individui (stimato in circa trecentocinquanta unità al picco del periodo di frequentazione) con un discreto tasso riproduttivo e un reclutamento significativo all’interno della popolazione.
Il sopralluogo ha rilevato anche una colonizzazione algale di una certa consistenza, con le specie Chara hispida (Charophyceae, Characeae) e Stigeoclonium sp. (Chlorophyceae, Chaetophoraceae). Sulle alghe (in particolare sulle formazioni a C. hispida di dimensioni maggiori) sono state osservate numerose ovature di tritoni, così come la presenza di larve di piccole dimensioni schiuse di recente; le medesime formazioni sono utilizzate anche dagli adulti, che vi stazionano in gran numero, spostandosi o emergendo brevemente per respirare o a scopi trofici. L’osservazione supporta l’ipotesi dell’utilizzo delle formazioni algali come nursery e ambiente rifugio da parte delle larve, oltre che per gli adulti.
Contestualmente al campionamento degli anfibi è avvenuto anche quello dei macroinvertebrati bentonici, che ha rilevato un popolamento caratteristico di un ambiente a scarso idrodinamismo e non abbondante: è possibile che la presenza di un numero elevato di adulti e larve di tritone contribuisca a mantenere bassi i numeri dei macroinvertebrati all’interno del bacino.

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